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In movimento

Chi soffre di dolori ricorrenti tende a ridurre al minimo l’attività fisica. È un fenomeno definito chinesiofobia, la paura irrazionale di compiere movimenti che possano aumentare il dolore. Il timore di muoversi provoca sempre comportamenti di difesa che generano atteggiamenti posturali scorretti.

La prolungata inattività interferisce profondamente sulla percezione di benessere perché l’inerzia induce il deterioramento del tessuto osseo e muscolare, modifica l’andatura e indebolisce gli apparati cardiovascolare e respiratorio.

Un fisico attivo è in grado di rimodellare i circuiti cerebrali cambiando in positivo il modo di pensare, di provare sensazioni, di elaborare informazioni e di reagire allo stress, con notevoli miglioramenti anche delle abilità cognitive come attenzione, memoria, ragionamento, pensiero, e capacità deduttive. Più il corpo è attivo, meno si prova dolore.

Il dispendio energetico che ne consegue varia in relazione ai muscoli coinvolti, alla durata, all’intensità e alla frequenza dell’esercizio. Quest’ultimo può essere di tipo anaerobico, con attività intense di breve durata che comportano un debito di ossigeno, o aerobico, caratterizzato da movimenti più lenti e prolungati che permettono ai muscoli di lavorare sempre in condizioni di buona ossigenazione.

L’esercizio aerobico, come camminare, correre, pedalare o nuotare è senz’altro quello che permette di ottenere i benefici maggiori con miglioramenti tangibili anche sul sistema cardiocircolatorio e sulla capacità respiratoria. Tuttavia l’attività anaerobica, in particolare l’allenamento con i pesi, viene proposta con sempre maggior decisione per contrastare l’avanzare del tempo.

L’attività fisica costante stimola i meccanismi di difesa antiossidante, proteggendo l’organismo, inoltre attiva la produzione di oppioidi endogeni nel sistema nervoso. Si tratta di sostanze naturali dotate di caratteristiche simili a quelle della morfina, note anche come “molecole del buonumore”, perché sono in grado di inibire la trasmissione del dolore, controllare lo stress negativo e generare una sensazione di diffuso benessere.

Fare attività fisica con regolarità significa incentivare la produzione dell’enzima telomerasi, che ha un ruolo determinante nei meccanismi che preservano la perdita di informazioni durante la duplicazione del materiale genetico.

Studi recenti hanno dimostrato come l’allenamento anaerobico abbia una azione diretta sui mitocondri, i centri energetici delle cellule, e come possa modificare l’informazione genetica con effetti favorevoli sull’orologio dell’invecchiamento cellulare.

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