Esiste un legame molto stretto tra quanto si prova fisicamente e mentalmente, e l’intestino. Durante i milioni di anni di evoluzione si è creata una mutua collaborazione tra cellule, batteri e altri microrganismi che sono stati partecipi del divenire dell’essere umano.
La qualità e la tipologia degli alimenti hanno un’azione diretta e importante sui batteri che vivono nell’intestino, i costituenti del Microbiota intestinale. La sua composizione, che è unica e personale, viene tuttavia influenzata oltre che dalla dieta, anche dalla genetica, dai livelli di stress, dall’esposizione agli inquinanti come tossine ambientali e conservanti, e più in generale dallo stile di vita.
Il Microbiota viene considerato organo invisibile e a sé stante, con un peso di circa due kilogrammi. Incide pesantemente sulla quasi totalità delle funzioni metaboliche. É coinvolto nella genesi di numerose malattie.
Attraverso il sequenziamento del DNA batterico si possono ottenere informazioni complete e affidabili. È possibile identificare le specie di batteri presenti, e verificare il loro stato di salute e la loro efficienza nella protezione dell’organismo.
Il cervello è costantemente informato su quali batteri sono presenti nell’intestino, a tal punto che la comparsa di patogeni attiva immediatamente specifiche aree cerebrali. La comunicazione avviene mediante ormoni e impulsi nervosi che viaggiano in direzioni opposte come in una carreggiata a doppio senso di circolazione. Infatti, come il microbiota è in grado di modificare alcune funzioni del Sistema nervoso, così il cervello interferisce con la composizione della flora batterica intestinale.
Con Leaky Gut Syndrome o “Disbiosi da alterata permeabilità” si definisce una condizione dove è inefficiente la barriera intestinale, un filtro essenziale per bloccare l’assorbimento di tossine e di microrganismi ostili. Tale barriera è indebolita dalle patologie intestinali e dalle infezioni, o per effetto di alcuni farmaci, fra cui gli antinfiammatori, ma anche in condizioni di forte distress o da una dieta sbilanciata.
Il riassorbimento dei batteri intestinali dannosi o di loro frammenti è una delle cause della temuta infiammazione silente, e provoca modificazioni dell’umore e disturbi neurologici, con un prepotente aumento della sensibilità al dolore.
Una dieta corretta è dunque fondamentale per garantire nel tempo uno stato di salute ottimale. Il piano nutrizionale deve essere sempre assolutamente individuale, e tiene conto delle abitudini personali e delle necessità contingenti per diventare parte integrante di un progetto di cura orientato al benessere.